In questo brano lo scrittore Matteo Locci (in arte Gesuino Némus) usa l’articolo determinativo in una maniera del tutto errata in italiano.
Il brano è ovviamente ironico e, nel libro, serve a mostrare come una generazione di sardi, la cui lingua madre è il sardo, parlasse – prima della scuola dell’obbligo – l’italiano come una lingua straniera, e quindi con degli errori.
Tratto da La teologia del inghiale di Gesuino Némus, pubblicato nel 2015 da Elliot Edizioni.
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< Descrivere lo sguardo di Elvira Bòttaru e della vedova Bonaria Arcàdu mentre don Cossu, con calma serafica, si aggiustava la stola viola con la quale era uscito e che, nell’urgenza, aveva dimenticato di sfilarsi, mentre cercava l’aspersorio tascabile che usava quando andava in giro per campi a fare provviste per l’inverno con la scusa delle benedizioni, sarebbe improbo anche per Gavino Bardanzellu, che per anni aveva fatto credere a tutti d’aver insegnato lui, a Grazia Deledda, i primi rudimenti dell’italiano. Poi un giorno disse che aveva conosciuto il zio di lei e, insomma, come dire, a Telévras a tutto c’era un limite, anche all’ignoranza nelle lingue straniere e i ragazzetti, freschi di coscrizione scolastica e di abbecedario collodiano, presero a canzonarlo in perfetto italiano:
Ho visto il zio comprare il zafferano
metterlo nel zaino perché fa il zappatore
con il zucchero, il zenzero e il zabaglione,
il zibibbo, il zufolo e il zoccolone. >
[…]
(pp. 29 – 30)
Divertitevi ora a correggere gli articoli determinativi, in corsivo nel brano scelto!